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 Mauro Pagani
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per raccontare il futuro


 
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Mauro Pagani
Live@Kataweb
 
Domani, disco tra i più belli e importanti usciti in Italia negli ultimi anni, spezza il silenzio discografico dell'ex PFM, raffinato produttore e collaboratore di De Andrè. Mauro ce lo presenta con un set acustico e racconta in video il suo "blues" sul futuro. "Mi salva l'ottimismo"

 
Live@Kataweb: Mauro Pagani
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Videointervista: Mauro Pagani
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di Paolo Gallori

Mauro Pagani a Live@Kataweb con i brani di un album importante. Parliamo di Domani, lavoro con cui il produttore, polistrumentista, ex PFM e prezioso collaboratore di Fabrizio De Andrè ha scelto di tornare a farsi sentire. Mauro ha spezzato un silenzio discografico durato 12 anni (tanto è passato dal precedente Passa la bellezza) con un'opera di straordinario spessore, musicale e lirico, che ospita Morgan (Parole a caso), Raiz (The Big Nothing) e Ligabue (Fine febbraio).

Avrebbero meritato il Premio Tenco queste canzoni, parole sparse con cura in uno spazio dell'anima racchiuso tra la poesia e il blues. Un blues sul futuro, sull'illusione necessaria di un futuro, ma che alla fine è ben poco consolatorio. "Appartengo a una generazione racconta Mauro nella videointervista - che ha creduto davvero di poter vedere un mondo migliore di questo. Il momento più brutto della mia vita, morte di mio padre a parte, è stato nel 1973/74, quando ho raggiunto la consapevolezza che quel giorno non sarebbe mai arrivato. Resto un ottimista per carattere, questo mi salva. Ma se mi fermo a riflettere su quanto gira intorno, non vedo buone prospettive".

E così, se l'iniziale Domani alimenta la speranza di poter fare, disfare, sbagliare e ricominciare, con la curiosità di sapere "dove sarò domani", il resto del disco sono pagine amare (Fronte Freddo) e moti di ribellione alle miserie italiane e occidentali (Nessuno e Sarà vero), tentativi di risveglio dal torpore che ci rende, ogni giorno, uguali a noi stessi (Alibumaye). E alla fine l'amore è il solo, unico senso dell'esistenza (Gli occhi grandi). Ed è la roca voce di Pagani, un sussurro dolente carico di sfumature, sospiri, umori, a donare a quelle parole una forza unica.

E poi c'è la musica, che in Domani racconta la storia di Mauro. Un sottile equilibrio tra rock e canzone, progressive e ritmi caraibici, Tom Waits e Peter Gabriel, Mediterraneo e Africa, elettronica e pianoforte, violini, chitarre, bouzuki..."Ho evitato lo strumentismo, l'autocompiacimento - racconta Pagani -. E' un disco a tema, di parole e musica, dove ho cercato di togliere il superfluo. Un disco di canzoni, cose che si stratificano, accumulate negli scatoloni della memoria. In un disco così il filo conduttore è la parola: a seconda di dove vuoi collocarla decidi che linguaggio musicale usare. Non c'è un prima e un dopo, è tutto lì".

E "lì", alla fine dell'album, anzi, del libretto con i testi, Mauro Pagani ha inserito anche la prima 'ghost track' priva di musica nella storia del CD. Canzone senza musica è fatta solo di parole, scritte, durissime, contro noi stessi. E' l'altra faccia di La storia siamo noi di De Gregori. Mauro le ha lette per noi, alla fine dell'intervista. Un ulteriore regalo, e gli siamo profondamente grati.

In Rete:

Mauro Pagani (sito ufficiale)

(26 settembre 2003)



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