«Anche Lolli nelle mie Piccole Storie»
Anteprima: Nove «Piccole Storie» per un Cordini ispirato cantautore.
Cinque anni dopo «I fiori di Faber» sta per uscire un lavoro tanto originale quanto riuscito. Claudio Lolli ospite, Arcari e Bandini tra i musicisti.
BRESCIA. Meno corde, più Cordini. Cinque anni dopo la pubblicazione de «I fiori di Faber», Giorgio Cordini è tornato in studio per registrare «Piccole Storie», che uscirà mercoledì 15 aprile.
Un lavoro nel quale il cantautore prevale sul chitarrista, come abbiamo provato a sintetizzare nell’attacco: l’artista veneziano trapiantato giovanissimo a Brescia ha infatti scritto e arrangiato i nove brani che compongono il cd da lui anche prodotto, e naturalmente li suona e li canta. In ottima e composita compagnia, perché «Piccole Storie» è un florilegio di collaborazioni, a livello vocale e strumentale, oltre che per i testi. I quali in gran parte portano la firma di Luisa Moleri e rappresentano il filo conduttore dell’opera, che un tempo avremmo definito «concept». Cinque degli otto pezzi, l’ultimo è strumentale, raccontano infatti episodi legati alla Seconda guerra mondiale, alcuni noti, altri dimenticati.
«È un progetto che accarezzavo da tempo» racconta Cordini negli studi di Indiebox, dove ha registrato e mixato il suo lavoro: «”Cevo 3 luglio 1944″ l’abbiamo scritta anni fa e ha rappresentato lo spunto per cercare altre piccole storie. Bresciane, come “Il battello del lago d’Iseo”, che racconta della strage del novembre ’44 quando aerei inglesi mitragliarono per errore dei civili, adesso li chiameremmo effetti collaterali, facendo 41 vittime e un’ottantina di feriti, ma non solo. “I silenzi di Montesole” scritta e cantata con Alessandro Sipolo, prende spunto dall’eccidio di Marzabotto, di cui Montesole è una frazione».
Nella canzone che ricorda l’incendio di Cevo da parte dei tedeschi compare invece Claudio Lolli, con i fiati di Mario Arcari che citano il sax di Danilo Tomassetta a ricreare le atmosfere sonore di «Ho visto anche zingari felici», senza trascurare il coro che regala spessore e intensità allo struggente inciso nel quale figurano Maria e Marta Cordini, figlie di Giorgio e Maria Alberti.
«Sono consapevole di affrontare argomenti non facili – spiega l’autore – ma lo faccio senza dare giudizi, da osservatore che racconta storie in chiave lirico poetica».
Il cd si chiude con «Respiro di pace», brano di rara bellezza, che si presterebbe a fare da tema conduttore per una colonna sonora. «In realtà è nato per caso, strimpellando la chitarra su un divano a casa di amici. Mi è sembrato però che potesse rappresentare un messaggio di speranza, dopo aver affrontato fatti e argomenti dolorosi, come anche l’immigrazione, in “Occhi nocciola”».
L’uscita del cd sarà seguita da una serie di concerti: il primo il 18 aprile a Orzinuovi, città natale dello scomparso Mario Mantovani, coatuore di «Angelina», che nel cd si avvale della voce di Max Manfredi e del mandolino di Enrico Mantovani. Due le formazioni, a seconda degli impegni dei musicisti: in trio con Enrico Mantovani e Alberto Venturini oppure in quintetto con la sezione ritmica composta, proprio come in studio, da Ellade Bandini e Max Gabanizza, Mario Arcari ai fiati ed Enrico Mantovani.
Franco Bassini