Di Sergio Calonego de “L’isola che non c’era” una recensione di Senza Parole
SENZA PAROLE
A cosa serve fare un disco oggi è domanda complessa e non c’è una sola risposta. A cosa serva comprare un disco, invece, è domanda che porta a risposte più semplici. Personalmente sono convinto che comprare un disco serva a regalarci momenti di benessere, perché la musica è arredamento dell’anima. Senza parole, il disco realizzato da Giorgio Cordini, Ellade Bandini e Mario Arcari risponde perfettamente a questo requisito. Cosa nasconde questo disco? Diverse cose e tutte preziose. Innanzitutto direi che è molto interessante la formazione, perché un trio chitarra, batteria, fiati è già di per sé un fatto intrigante. Il disco contiene rivisitazioni in chiave strumentale di brani di Paolo Conte, Fabrizio De André, Ivano Fossati, Luigi Tenco e Francesco Guccini, brani che sono stati suonati da questi giovanotti (e come li volete chiamare se non così questi tre artisti che insieme fanno oltre 200 anni, ma che suonano e si divertono ancora come dei pazzi?) nel periodo delle loro collaborazioni con questi poeti della canzone. (qui nella foto, da sinistra, Mario Arcari, Ellade Bandini e Giorgio Cordini)…