Il CD Piccole Storie
Un giorno abbiamo incontrato un uomo di nome Bernardo Gozzi, detto Marcellino, che ci ha raccontato una storia che ha cambiato la sua vita. Era il 1944, lui era un bambino, hanno bruciato il suo paese. La sua storia è diventata Cevo, 3 luglio 1944, una canzone che fa memoria.
Così è nato il progetto di raccontare con delle canzoni le piccole storie che la Storia con la “S” maiuscola travolge o modifica profondamente, senza che i loro protagonisti abbiano la possibilità di opporsi o sfuggire, a volte senza che possano neppure far sentire la propria voce. Certo, la Storia con la “S” maiuscola la fanno gli uomini, ma qualcuno la fa più di altri e qualcuno degli altri, spesso, la subisce o ne subisce i contraccolpi.
Sono ormai passati parecchi anni da quel primo incontro in un bar di Cevo e altre storie sono diventate canzoni che chiedono di farsi conoscere, di portare il proprio contributo alla Memoria collettiva, di farsi antidoto al compiersi di altri orrori.
Dopo il racconto dell’incendio di Cevo, all’epoca ancora in realtà il progetto non c’era, abbiamo saputo di un episodio avvenuto in Val di Scalve, nella bergamasca, in una località a qualche chilometro da Schilpario, sulla strada che porta in Valle Camonica, i “Fondi”.
La guerra era finita, era il 28 aprile del 1945, quando un gruppo di fascisti tendeva un agguato ad alcuni uomini che andavano a chiedere loro di consegnarsi, uccidendone dodici. Due fratelli con lo zio se ne vanno così. E’ notte, in paese non si sa che cosa sia avvenuto fino all’alba della mattina seguente, quando qualche abitante parte a piedi per raggiungere i Fondi. Tra di loro la mamma dei due ragazzi, a piedi scalzi nella neve per camminare più in fretta.
Anche questo racconto raccolto da un testimone oculare della strage, Elia Rizzi, è diventato una canzone, un dialogo immaginario tra uno dei due figli e la madre.
Giorgio Fantoni, iseano impegnato nella Resistenza, ci presentò nella primavera del 2011 due sopravvissuti alla strage del battello del 5 novembre 1944, quando sul lago d’Iseo calarono alcuni aerei inglesi e mitragliarono l’imbarcazione, uccidendo decine di persone. 41 i morti, 80 i feriti.
Luigi Foresti e Giovanni Archetti ci hanno raccontato la vicenda così come l’hanno vissuta, memoria lucida e particolari l’uno, già diciottenne calciatore in viaggio per una partita a Lovere, racconti riportati l’altro, all’epoca bimbo di tre anni, in braccio alla mamma, il cui viso sereno, “pensavo si sarebbe svegliata da un momento all’altro”, è l’unico ricordo di prima mano. Indelebile.
Ci ha colpito la serenità, il senso di ineluttabile destino, di umile accettazione, che traspariva da tutti e due i racconti.
“Il battello del Lago d’Iseo” è per noi la canzone simbolo di tante uccisioni di civili, considerate “effetti collaterali” della guerra in cronache fredde, e del fuoco amico, alleato, che troppe volte ha colpito persone inermi.
Altri episodi si sono in seguito presentati alla porta della memoria rivendicando il ricordo, per scongiurare il rischio che, complice l’oblio, ci si possa sentire immuni dall’orrore con cui la grande Storia talvolta costruisce il suo cammino, lasciando indietro persone inermi, che a fatica si rialzano e tuttavia, veri eroi mai celebrati, riprendono a vivere per portare a compimento la loro piccola storia.
Al nucleo iniziale di tre canzoni se ne sono così aggiunte altre sei, di cui cinque inedite e una composta ed eseguita tante volte dal vivo da un amico che non c’è più, Mario Mantovani, scrittore e cantautore di Orzinuovi. Angelina, questo il titolo della canzone di Mario, è stata scelta per questo progetto, poiché è a sua volta una piccola storia, raccontata da una sartina, madre dell’autore e testimone di un crimine fascista nella piazza del paese, a Orzinuovi in provincia di Brescia, dove, il 26 aprile del 1945, un ragazzo di vent’anni veniva assassinato davanti al municipio.
Tra le altre canzoni, c’è n’è una che racconta la figura del partigiano, una che ricorda i soldati impegnati in trincea nella prima guerra mondiale, una dedicata al ricordo dei migranti che attraversano il Mediterraneo, che canta di una bambina in fuga dalla miseria, che cerca di raggiungere il nostro paese per mare, una strumentale il cui titolo, “Respiro di pace”, la colloca a pieno titolo nel progetto.
Completa il repertorio “I silenzi di Montesole”, che raccoglie il sentire di chi passa dai luoghi dell’eccidio della frazione di Marzabotto e si porta via in maniera indelebile le voci delle persone trucidate, che continuano ad echeggiare nel silenzio dei boschi adagiati attorno al crinale dell’Appennino. I testi, a parte quello di Angelina di Mario Mantovani, sono firmati da Luisa Moleri; Cevo 3 luglio 1944 è scritta a quattro mani con Michele Gazich, Montesole con Alessandro Sipolo.
Tutti gli arrangiamenti musicali sono di Giorgio Cordini, così come le musiche, tranne Cevo 3 luglio 1944, di Michele Gazich, e Angelina, di Mario Mantovani.
Giorgio Cordini non poteva scegliere modo migliore per fare memoria che la sua musica. Certo, non è questo un mezzo convenzionale in ambito storiografico, ma per la popolarità e l’universalità del suo linguaggio, la musica può diventare strumento efficace di divulgazione anche in occasioni normalmente non deputate alla produzione della conoscenza storica.
Il disco si intitola “Piccole storie” e sarà pubblicato il 15 aprile 2015. Partecipano al progetto in qualità di musicisti Mario Arcari, Ellade Bandini, Marino Severini della Gang, Max Gabanizza, Claudio Lolli, Max Manfredi, Enrico Mantovani.
Le persone che ci hanno fatto dono dei loro ricordi sono ancora viventi e il loro racconto in prima persona è una fonte impareggiabile di particolari e di emozioni che incidono profondamente la memoria di chi ascolta le loro testimonianze dirette. Da queste considerazioni nasce il desiderio di completare il lavoro con le immagini e la viva voce di coloro la cui vita è cambiata in seguito agli avvenimenti che le canzoni raccontano a modo loro, tra musica e poesia. Per questi motivi, oltre alla produzione del Cd, il progetto prevede la realizzazione di un video, la raccolta di documentazione e un compendio delle notizie di quanto accaduto, pubblicate all’epoca dei fatti stessi, utili alla ricostruzione storica dei diversi episodi. Auspicabile sarebbe la divulgazione anche nel sistema scolastico e in ogni luogo preposto alla costruzione della conoscenza storica e alla ricerca della verità.