Dal Giornale di Brescia le «Piccole storie» di Resistenza dal respiro grande
La prima volta di Giorgio Cordini, storico chitarrista di De André, in veste di cantante per un intero album è «Piccole storie», un disco d’autore riuscito e appassionato. Presentandolo alla Libreria Tarantola, Cordini ha lasciato alla compagna Luisa Moleri (autrice della maggior parte dei testi) e al collaboratore Alessandro Sipolo il compito di rivelare la genesi delle canzoni, che ha poi eseguito per il folto pubblico presente.
I brani sono nove, in prevalenza storie ispirate alla Resistenza: bresciane, come «Cevo 3 luglio 1944», «Angelina», «Il battello del lago d’Iseo», o raccolte altrove («La notte dei fondi», «I silenzi di Montesole»). Brava la Moleri a sottolinearne la dimensione corale, rimarcata anche dal maestro Gazich, che ha messo mano ad alcune tracce, e dalle testimonianze di due protagonisti (Luigi Foresti e Bernardo “Marcellino” Gozzi), che hanno regalato momenti di commozione con i loro occhi umidi e lo sguardo rivolto al passato. Le piccole narrazioni aspirano a diventare grandi, cercano «il fiato che basta a cambiare la storia», senza confini temporali o di spazio: «Occhi nocciola» parla dei migranti del Mediterraneo, mentre il ricordo della Grande Guerra emerge con le trincee di «Sogno di Natale». Cordini tratta con delicatezza una materia ostica e confeziona un pugno di ballate dal sapore antico eppure fresche, che trasmettono la precarietà dell’uomo di fronte alla Storia, di cui talvolta subisce gli effetti collaterali, ma anche un senso di serenità pacificata che allontana la malinconia. Alla fine prevale la speranza, con l’inno irenistico «Respiro di pace», unico brano strumentale, che suggerisce con bella metafora come alla pace non servano parole ma azioni, magari anche quelle più naturali. E buona musica. Da domani parte il tour di promozione del disco, che toccherà varie località della provincia.